Tutela e valorizzazione degli archivi ecclesiastici

In seguito all’Accordo di revisione del Concordato lateranense del 18 febbraio 1984, atto ratificato e reso esecutivo con la legge n. 121 del 25 marzo 1985, si sono instaurate positive forme di collaborazione tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede in materia di beni culturali . Per tale ragione l’attività delle Soprintendenze archivistiche si concretizza anche nella direzione della tutela e della valorizzazione degli archivi ecclesiastici, con interventi e contributi diretti alla schedatura, al riordinamento, alla corretta conservazione e al restauro dei fondi, in accordo o sulla base di quanto segnalato dalla CEI, dai vescovi metropolitali, o dai padri responsabili dei diversi ordini religiosi. Il riconoscimento della rilevanza storica degli archivi ecclesiastici e la necessità di provvedere alla loro corretta conservazione portarono alla creazione della legge 253 del 1986 e al decreto ministeriale 30 luglio 1997 che stabilivano norme per la concessione di contributi a favore degli archivi ecclesiastici. La legge 253/86 nonostante le scarse risorse disponibili, ha avuto il grande merito di instaurare un rapporto tra le parti (CEI/Ministero; Vescovi metropolitani, Padri responsabili di Ordini etc/Soprintendenti) che, anche in Umbria, si è andato consolidando nel corso degli anni. Così sempre con maggiore frequenza anche grazie all’intesa firmata tra il Ministero e la CEI più di dieci anni fa (18 aprile 2000), i responsabili degli archivi ecclesiastici chiedono il supporto e la collaborazione tecnica dei funzionari della Soprintendenza per interventi diretti, collaudi, restauri e o anche per la predisposizione dei progetti annualmente finanziati dalla CEI per la schedatura informatizzata degli archivi delle Diocesi (tramite software CEIar). Per le diocesi umbre, diversi progetti, seguiti dai funzionari della Soprintendenza archivistica per l’Umbria, sono stati realizzati nel corso degli ultimi dieci anni. In alcuni casi l’incontro tra Soprintendenza e gli enti religiosi è stato fortuitamente motivato dal sisma del 1997 come per le Diocesi di Perugia-Città della Pieve e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Spoleto-Norcia per le quali si sono realizzati in un primo momento progetti di immediato recupero e trasferimento, poi di schedatura e inventariazione dei fondi. Al terremoto del 1997 vanno così ricondotti i progetti di trasferimento degli archivi diocesani di Perugia, di Assisi, Nocera Umbra, dell’archivio dei Frati minori cappuccini di Assisi, dell’archivio capitolare di S. Lorenzo di Perugia, poi schedato e inventariato.

Elisabetta Bogini

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