La Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e delle Marche dal 24 agosto 2016 si è trovata a dover fronteggiare le conseguenze di un evento tanto imprevedibile quanto sconvolgente quale è il terremoto. Il primo pensiero è subito andato a coloro che sono stati tanto duramente colpiti dal dramma, ma immediatamente dopo l’essere “professionisti dei beni culturali” ha fatto sì che il nostro operare si focalizzasse su quello che è il nostro compito istituzionale: la tutela e la salvaguardia del patrimonio archivistico e bibliografico.
A partire dal primo sopralluogo effettuato ad Amandola il 19 settembre 2016 e dagli altri seguiti successivamente, due funzionari di questa Soprintendenza hanno compilato un quadro complessivo della situazione degli archivi conservati nel territorio comunale.
Uno dei luoghi simbolo della forza distruttiva del terremoto del 24 agosto 2016 è sicuramente Arquata del Tronto, paese della provincia di Ascoli Piceno racchiuso all’interno di due aree naturali protette: il Parco nazionale del Gran Sasso e il Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Al confine tra Umbria e Marche si trova il Comune di Castelsantangelo sul Nera, una piccola comunità di poco più di 200 abitanti. Gli eventi sismici del 2016 hanno provocato ingenti danni: la gran parte degli edifici è stata dichiarata inagibile, molti sono addirittura crollati. In questo quadro desolante, i sopralluoghi effettuati non hanno potuto che evidenziare l’altrettanto precaria situazione in cui versa il locale patrimonio culturale.
Il giorno 8 febbraio 2017 due funzionari di questa Soprintendenza hanno effettuato un primo sopralluogo, per verificare la situazione degli archivi conservati presso l’ex scuola comunale di Ripe San Ginesio
Sul confine umbro - marchigiano, vicinissimo agli epicentri del terremoto che a partire dal 24 agosto 2016 ha sconvolto gran parte del centro Italia, si trova Ussita, guaita o università del Comune di Visso, divenuto comune autonomo nel 1913.
Prima degli eventi sismici verificatisi tra il 24 agosto e il 30 ottobre del 2016, l’archivio di deposito del comune di Cascia, che conserva carte dagli anni Cinquanta del secolo scorso al 2005 circa, era collocato in un locale dell’edificio municipale, in Piazza Aldo Moro.
Norcia fu comune medioevale, dal 1569 al 1816 fece parte della Prefettura della montagna con Arquata, Cascia, Monteleone di Spoleto e Visso, dal 1817 al 1860, divenne Governo distrettuale sotto la Delegazione apostolica di Spoleto per poi entrare a far parte dello Stato italiano.
Il recupero, salvataggio e messa in sicurezza dell’archivio di deposito prodotto dal Comune di Norcia è stato condotto ai limiti delle possibilità di azione su documentazione rimasta incastrata sotto le macerie.
A seguito delle violente scosse di terremoto del 24 agosto e 30 ottobre 2016, il complesso archivistico, prodotto dalla Diocesi di Norcia e dalle parrocchie, che si trovava in via Anicia a Norcia, versava in cattivo e precario stato di conservazione a causa dei gravi danni che aveva subito la struttura.
A seguito degli eventi sismici che hanno colpito il territorio di Norcia, l’archivio della ex Diocesi ha subito gravi danni alle strutture e all’arredo del deposito, con rovescio dei registri sul pavimento e allagamento di un locale, con danno alla documentazione che si trovava ammassata e incastrata tra le scaffalature.
Trasferimento di parte dell’archivio della Comunità montana di Norcia
Il trasferimento e messa in sicurezza della parte d’archivio della Comunità montana di Norcia che si trovava in un capannone, di proprietà della Regione Umbria, sito nella zona industriale si è reso necessario a causa dei noti eventi sismici.
L’archivio storico comunale era conservato presso l’ex palazzetto della Comunità, ora proprietà della Comunanza agraria di Preci. Il palazzetto, situato di fronte alla chiesa di Santa Maria, era stato ristrutturato dopo il terremoto del 1979.
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